Cinemoscato

CINEMOSCATO Visioni d'autore

Il cinema nell'antica chiesa di Santa Maria Assunta a Rosciate (via don Giulio Calvi)

Un omaggio a uno dei più grandi registi bergamaschi: Ermanno Olmi.
L'autore, recentemente scomparso, con la sua sensibilità e poetica ha creato opere che hanno
raccontato in maniera splendida il dialogo dell’uomo con l’ambiente e il territorio che lo circonda.

Progetto realizzato in collaborazione con Cinema Conca Verde

ermanno olmi foto

La sezione dedicata al cinema della XIII Festa del Moscato di Scanzo omaggia uno dei più grandi registi bergamaschi mancato pochi mesi fa: Ermanno Olmi.
Autore di tante grandi opere che hanno fatto la storia del cinema italiano (da Il tempo si e’ fermato del 1960 e Il posto del 1961, fino a Il villaggio di cartone del 2011 e Torneranno i prati del 2014), Olmi è conosciuto anche in tutto il mondo per alcuni suoi capolavori come L’albero degli zoccoli del 1978 Palma d’Oro al Festival di Cannes. Il regista bergamasco è stato un poeta che tra le tante cose ha saputo raccontare il mondo contadino e il legame dell’uomo con la terra. Con la sua sensibilità e poetica ha creato opere che hanno raccontato in maniera splendida il dialogo dell’uomo con l’ambiente e il territorio che lo circonda.
Un autore che quindi ha più di un legame con i temi che la Festa del Moscato porta con sè, vale a dire: il legame dell’uomo con la sua la storia, le vicende della sua terra e le tradizioni che in esse vivono; il rispetto e la valorizzazione del lavoro e della cultura che sta alla base della produzione dei vino e degli altri prodotti del territorio.

È stato perciò scelto di presentare due documentari in cui in maniera più esplicita il regista racconta l’uomo, la terra e il vino: TERRA MADRE e RUPI DEL VINO.
In TERRA MADRE Olmi, in occasione di un incontro mondiale organizzato da Slow Food, mostra le testimonianze di agricoltori, allevatori, cuochi, studiosi che provengono da tutto il mondo che si ritrovano per scambiare idee, metodi e progetti per una "filiera del cibo" che sappia nutrire il pianeta senza devastarlo, difendendo le identità e i prodotti locali. È un racconto poetico di grande intensità che va alla ricerca in tutto il globo, di un altro modo-di-vivere.
Poco tempo dopo la realizzazione di Terra Madre, in RUPI DEL VINO Olmi torna a confrontarsi con un paesaggio, un territorio e la pratica e la poesia di un antico lavoro dell’uomo. In questo film racconta le vigne della Valtellina rendendo omaggio a una ‘viticoltura eroica’, esempio vivo di rapporto positivo con l’ambiente, di sapienza agricola, di capacità produttiva, di una vera cultura del vino e di valorizzazione di un patrimonio naturale.

Due film per rendere omaggio al grande regista bergamasco e continuare a lasciarsi affascinare e influenzare dal suo modo di osservare il mondo, il legame dell’uomo con la terra, il lavoro e tutto ciò che esso genera.

In proiezione giovedì 6 e venerdì 7 settembre

TERRA MADRE
di Ermanno Olmi, con Ampello Bucci, Maurizio Gelati, Carlo Petrini. Documentario, durata 78 min - Italia 2009.

C'è tutta la terra madrevisione del mondo di Ermanno Olmi nel film documentario Terra madre: la nostalgia della cultura contadina, l'amore per la terra e per i suoi frutti, l'infinita riproposizione del patto che lega l'uomo alla natura. Ma c'è anche la denuncia di tutto ciò che scardina l'armonia tra l'essere umano e il creato, ovvero lo sfruttamento insensato delle risorse che sta letteralmente consumando la Terra. E per questo, oltre a essere un'opera di poesia, l'ultimo lavoro del grande regista è soprattutto un documento politico nel senso più alto del termine. (...) Terra madre sembra davvero racchiudere il pensiero di un uomo ottimista per disperazione.

A luglio del 2006 Carlo Petrini ha invitato Ermanno Olmi a far conoscere gli esempi positivi posti in essere da alcune comunità agricole in varie parti del mondo e dai presìdi Slow Food perchè la terra non sia depredata e distrutta dalla chimica. Olmi ha iniziato le riprese in occasione del Forum mondiale dei contadini tenuto a Torino nell'ambito di Terra Madre 2006, ha poi organizzato il lavoro di alcuni fedelissimi che sono andati in giro per il mondo al seguito dei contadini che avevano partecipato a Terra Madre. Lo scopo non era quello di far vedere un mondo in via di estinzione quanto piuttosto mostrare la poesia e le suggestioni che scaturiscono dal lavoro e dalle vite di quanti ancora rispettano la terra. Tutto ciò guardando al futuro.

 

In proiezione sabato 8 e domenica 9 settembre

RUPI DEL VINO
di Ermanno Olmi. Documentario, durata 54 min - Italia 2009.

“Cinque sono i motivi del bere: l’arrivo di un amico; la bontà del vino;
la sete presente e quella che verrà; e qualunque altro” (Ermanno Olmi)

rupi Rupi del vino racconta, in un’ora di immagini fluide, testimoniali e narrativamente dense, le vigne della Valtellina: dalla costruzione dei muri a secco dei loro terrazzamenti, esempi di architettura primitiva e sapiente che asseconda il paesaggio senza violarlo, ai tempi lunghi della preparazione delle viti, della maturazione dei grappoli, del raccolto che porterà alla produzione di vini pregiati. Il percorso delle immagini è contrappuntato da due 'voci’ singolari: il Mario Soldati autore dello splendido memoir di viaggio L’avventura in Valtellina, e Pietro Ligari, settecentesco pittore e architetto, che considerava tuttavia l’agricoltura come “superiore ad ogni altr’arte, niuna riservata”... Un documentario di limpido umanismo, un racconto e un atto d’amore: con Rupi del vino Olmi rende omaggio a una ‘viticoltura eroica’, esempio vivo di rapporto positivo con l’ambiente, di sapienza agricola, di capacità produttiva, di una vera cultura del vino e di valorizzazione di un patrimonio naturale. Un esempio così vivo che i vigneti terrazzati del valtellinese sono oggi tra i candidati al riconoscimento Unesco quali Patrimoni Mondiali dell’Umanità.

 
Ermanno Olmi nasce a Bergamo il 24 luglio del 1931 e si trasferisce successivamente con la famiglia a Treviglio dove trascorre la sua infanzia. A Milano segue i corsi di recitazione dell'Accademia di Arte Drammatica e lavora come fattorino presso la Edison-Volta dove in seguito gli verrà chiesto di documentare le produzioni industriali attraverso filmati. Realizza decine di documentari, tra i quali LA DIGA SUL GHIACCIAIO, TRE FILI FINO A MILANO e UN METRO È LUNGO CINQUE. Dopo il debutto al lungometraggio con lo splendido IL TEMPO SI È FERMATO del 1959, è con la sua seconda opera IL POSTO che vince il premio della critica alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1961. Seguono I FIDANZATI (1963), E VENNE UN UOMO (1965) un'attenta e partecipe biografia di papa Giovanni XXIII, UN CERTO GIORNO (1968), I RECUPERANTI (1969), DURANTE L'ESTATE (1971) e LA CIRCOSTANZA (1974). È nel 1978 che Olmi realizza una delle sue opere più conosciute, L'ALBERO DEGLI ZOCCOLI che vince la Palma d'oro al Festival di Cannes. Il film getta uno sguardo poetico, ma allo stesso tempo realistico al mondo contadino, l'ambiente nel quale Olmi è nato e cresciuto. Realizza quindi CAMMINACAMMINA (1982), LUNGA VITA ALLA SIGNORA! (1987), LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE (Leone d’Oro a Venezia 1988), IL SEGRETO DEL BOSCO VECCHIO (1993), GENESI: LA CREAZIONE E IL DILUVIO (1994), IL MESTIERE DELLE ARMI (2001) e CANTANDO DIETRO I PARAVENTI (2003). Collabora con altri due grandi registi, Abbas Kiarostami e Ken Loach, nel film TICKETS (2005). Dopo CENTOCHIODI (2007), le ultime sue opere sono TERRA MADRE e RUPI DEL VINO (2009), IL VILLAGGIO DI CARTONE (2011), TORNERANNO I PRATI (2014), un’intensa opera sulla prima guerra mondiale, e VEDETE SONO UNO DI VOI sulla figura del Cardinal Martini nel 2017.

 

 


edizione 2017

CINEMOSCATO Visioni d'autore

Videoproiezione su mura storiche nel borgo di Rosciate (via Epis) postazione 3

Viene proposta la proiezione di un’opera cinematografica che suggerisce e invita a guardare
agli aspetti famigliari della terra, e a fare un’esperienza di contemplazione dei ritmi e del tempo
della natura come se non li avessimo mai visti prima.

Progetto realizzato in collaborazione con Cinema Conca Verde – SAS Bergamo

IL PIANETA AZZURRO di Franco Piavoli, 1982, Italia, 88 minuti

Un poema visuale e sonoro che propone un’esperienza inedita sulla natura, l’uomo, la vita.
Una sinfonia di ossimori che invita lo spettatore ad un nuovo approccio sensoriale. Un anno di vita sul pianeta terra. Le quattro stagioni si susseguono l’una all’altra ma, con il montaggio delle immagini e dei suoni, il tempo del film si fonde in quello di una sola giornata. Il film segue il ciclo delle stagioni nel paesaggio di campagna, dal risveglio della vita dopo le gelate invernali alle fioriture della primavera, il calore estivo nel lavoro dei campi e il crepuscolo dell'autunno. L'uomo si confronta con la natura nel susseguirsi delle stagioni e nei momenti essenziali della sua esistenza: l'infanzia, l'amore, il cibo, il lavoro, il dolore.

Premi: Premio AGIS alla Mostra del Cinema di Venezia 1982 dove è stato presentato in concorso; Premio delle Nazioni Unite CITC UNESCO 1982; Premio del pubblico al Festival di Nyon 1982; Premio Henri Alekan al Festival di Poitiers 1983; Nastro d'Argento 1983.

FRANCO PIAVOLI nasce a Pozzolengo (Brescia) nel 1933. Dopo la laurea in legge, si dedica all’insegnamento del diritto e contemporaneamente coltiva l’arte della pittura e della fotografia. Negli anni sessanta gira alcuni cortometraggi: Le stagioni (1961), Domenica sera (1962), Emigranti (1963) ed Evasi (1964) tutti premiati al Festival di Montecatini.
Nel 1982 realizza il suo primo lungometraggio: Il pianeta azzurro. In concorso alla 50a Mostra del Cinema di Venezia. Nel 1989 realizza Nostos, il ritorno, personale rivisitazione del mito di Ulisse, presentato al Festival di Locarno. Nel 1996 Voci nel tempo vince il Premio FEDIC alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2002 realizza Al primo soffio di vento presentato in concorso al Festival di Locarno. Nel 2004 al Quirinale gli viene conferito il Premio Vittorio De Sica.
Nel 2005 partecipa al Festivaletteratura con Affettuosa presenza. Nel 2009 realizza L’Orto di Flora parte del film documentario Terra Madre diretto da Ermanno Olmi. Nel 2010 gli viene conferita la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana nell’ambito del Premio Solinas. Nel 2016 al Festival di Locarno presenta il suo ultimo mediometraggio Festa.

 


 

 

CORTOMETRAGGI - MOSCA(R)T ed.2016
Videoproiezioni su parete esterna edificio del centro storico di Rosciate (via Serenissima)

 

Viola Acciaretti (Lecco)
C’è un posto per sedersi, 2014. Video, 3'.

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Nel Romanticismo la natura era intesa come una forza creatrice in cui l’uomo finisce per perdersi o
per trovare un rifugio contro i disagi della civiltà. Nei video di C’è un posto per sedersi la
figura umana si relaziona con il paesaggio assumendo degli atteggiamenti di contemplazione, di
rilassamento, di meditazione, ma anche di timore verso la vastità della natura proprio come nelle
opere romantiche. Elemento importante nella scelta dei paesaggi ripresi è la suggestione,
sensazione personale di immediato e inconsapevole legame con ciò che si ha di fronte; per questo in alcuni video la figura umana è rappresentata dall’artista stessa. La proiezione su una superficie
non convenzionale, come la parete rocciosa, dona all’immagine pittoricità e matericità, come fosse un dipinto “naturale” o una finestra aperta nel paesaggio. L’opera entra fisicamente a far parte del luogo, e i personaggi ripresi di spalle diventano compagni degli stessi spettatori nella
contemplazione.

Bio Viola Acciaretti nasce a Lecco nel 1993. Nel 2016 si diploma presso l’Accademia di Belle Arti
“G. Carrara” di Bergamo. Durante gli anni accademici si avvicina alla fotografia e alla video-arte,
con i quali indaga il rapporto tra uomo e paesaggio. Attualmente, vive e lavora a Lecco.

 

Marco Rossi (Bergamo)
Where's your head at?, 2016. Video, 1’47’’.

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Il video presentato è un'animazione in stop motion creata attraverso il susseguirsi di circa mille
disegni eseguiti su fogli A4 che danno origine ad una sorta di cartone animato allucinato e non
sense dal titolo "where's your head at? ( dov' è - dove sta la tua testa?).

Bio Nato a Treviglio nel 1987. Marco Rossi frequenta il Liceo Artistico di Bergamo e l'Accademia di
Brera a Milano dove si laurea nel 2013 nel corso di pittura.

 

Progetto Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Scanzorosciate
Le rughe sono come strade, 2016. Video, 3’33’’.

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Video ideato e curato da Herbert Bussini; fotografie di Federico Buscarino; regia di Okidoki Film.

 

Simone Tormento (Bergamo)
Luce, 2016. Video, 1'30”.

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«La tua pelle antica»
«Il tuo occhio lontano»
Incontro silenzioso tra due amanti.

Bio Simone Tormento nasce a Ponte San Pietro (BG) nel 1988. Si diploma nel 2012 presso l'Accademia di Belle Arti di Bergamo.