Incroci di terra e cielo

Quarantesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 40/40 Ceramica, smalto, cristallina. 22x19x4,5cm.

        Sentinella,
        è al suo finire la notte.
        Uno squarcio l’ha raggiunta.
        Del buio resta
        Solo un Varco.
        Perché ancora avrai notte.
        E ancora buia, e forse più.
        Ma ora sai della notte il segreto.
        Non morte, ma buio
        che annuncianasconde
        nascita e vita.
        Come varco di donna:
        gioia, attesa, paura,
        e poi voce di bimbo.
        Pianto e Canto
        Insieme
        Avanzano
        Oltre la croce

                                          Giampiero Forlani

Trentanovesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 39/40 Ceramica, ingobbio, smalto, cristallina. 21,5x9x2cm.

Lo scultore è al lavoro, la sua mano plasma. Lentamente penetra il chiodo forgiato da altra mano e corroso dal tempo, crea un solco e va oltre. La testa al cielo, la punta alla terra. Perde il bianco la sua sterile neutralità, accade l'incontro, sosta il conflitto, scorre il rivolo rosso, cordone ombelicale di un nuovo grembo.

Maria Sara Rossi

Trentottesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 38/40 Ceramica, ingobbio, cristallina. 22x3,5x1,5cm.

Vorrei bestemmiarti e mi costringo a cercarti. Autopsie di frammenti, forse visioni. Nemmeno la forma concedi ai tuoi figli, solo il dubbio che sia tua la scelta perversa di nasconderti. E che ridi di noi, e del tarlo della colpa che ci inchioda. Persino le braccia non osano più volare, Dio della resa. Orfani della più ovvia delle benedizioni sei scheggia, osso, ombra. Vedo solo ciò che l’abitudine induce. Vorrei bestemmiarti, ma sei inchiodato dentro. E non posso fare a meno di te.

don Alessandro Dehò

Trentasettesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 37/40 Ceramica, ingobbio, smalto. 16x4,5x1cm.

Nella sua antica simbologia la linea orizzontale rappresenta il tempo, la materialità, e la linea verticale la trascendenza, lo spirito. Cielo e Terra. È nell'incontro delle due linee, il centro, ciò che trasfigura il Cuore, che ognuno di noi può cercare il mistero del proprio essere.

Aldo Strisciullo

Trentaseiesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 36/40 Ceramica, smalto. 17,5x11x1cm.

"Sono venuto a portare il fuoco sulla terra” (Luca 12,49)

Rosso fuoco è il tuo sangue.
Sulla croce, l'hai mostrato. A tutti, a me.
Signore Gesù, i tuoi gesti e le tue parole erano rosso fuoco:
quando prendevi per mano lo storpio o lavavi i piedi ai tuoi... la tua passione riscaldava i cuori!
I tuoi sguardi profondi e intensi: occhi innamorati, che interpellano personalmente!

Oggi con il tuo sangue versato, Spirito regalato, sii fuoco per tutti, per me!
Ravviva ogni amore stanco, ogni speranza spenta!
So che tu sei venuto per questo.

                              don Marco Perrucchini

Trentacinquesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 35/40 Ceramica, smalto. 14,5x5,5x1 cm.

        puzza di figlio sfregata
        con talco di guerra
        puzza di talco cariato

        puzza di lancia in costato
        e dadi lanciati
        da sgherri che puzzano

        puzza di polveri ultrasottili
        puzza d’oro nel sangue
        puzza di tumori in croce

        strappano viscere
        da pance di croci per farne corone

        donna celeste –m’inganno?-
        mi chiama: figlio
        qui vieni a morire con me

                               figlio finito alla nuca
                               figlia spezzata dal padre
                               nutrite la roccia con larve

                                            Gianluca Paciucci

Trentaquattresimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 34/40 Ceramica, smalto. 18x14,5x1 cm.

        Numeri Ventuno

        Prima che la croce fosse croce
        e il figlio dell’uomo il crocifisso,
        nel deserto un popolo rimpiangeva cipolle e mattoni.
        Mentre la promessa di liberazione
        rimaneva sospesa per tutti gli anni richiesti
        alla maturità
        (lenta è la purificazione del desiderio,
        umile l’obbedienza alla Legge),
        la carovana dell’esodo
        – insaziabile –
        abbaiava contro il Dio dei padri.
        E come allora venne innalzato un serpente di rame
        per guarire dal veleno dell’ingordigia
        così oggi viene appeso un corpo d’Uomo
        per affrancarsi dal morso untuoso degli idoli
        e saziarsi di dolce misericordia.

                                            don Massimo Maffioletti

Trentatreesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 33/40 Ceramica, una cottura, filo di cotone. 26,5x12x1,5cm.

Slègati, lìberati, solo tu puoi farlo. Nessuno ti salverà, nessuno ti aprirà gli occhi. Con fatica e costanza resta solo. Nella solitudine cercati, guardati, trovati. Se sarai integro allora, solo allora potrai aprire gli occhi. Uomo libero, vedi la realtà? Uomo sottile, guarda la perfezione, unisciti ad essa e nell'infinito contempla Dio.

Valeria Peque Marchesi

Trentaduesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 32/40 Ceramica, una cottura, filo di cotone. 13x24x2,5cm.

La croce mi fa paura. Evoca con forza inaudita il dolore, ogni dolore, il più atroce dei dolori. Dolore di corpo e di anima, dolore di sensi e di sentimenti. Dolore disperato e disperante. Dolore incompreso, deriso e giustificato. Dolore fatale, inaspettato e assurdo. Dolore provocato, inflitto, voluto. Il dolore mi fa paura, il mio e quello altrui. E i crocifissi? La schiera infinita di crocifissi a cui temo di essere aggregato prima o poi? Li allontano come la loro croce? Li guardo da lontano attraverso finestre mediatiche? C'è spazio almeno per la pietà? O l'anestesia del dolore ha raggiunto anche il cuore? E Dio dove sta?
E allora che è questa croce bianca, luce su fondo di tenebra? Chi può trasformare la croce così? Un uomo non si è sottratto alla croce, lo ha fatto non per uno, ma per tutti, non per i giusti ma per gli ingiusti, non per un momento ma per sempre. Il suo nome riecheggia ancora denso di speranza: Gesù. La croce bianca di luce è la provocazione di un amore più forte della morte e del male. Una croce così squarcia ogni tenebra. E Dio sta lì.

+ Francesco Beschi

Trentunesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 31/40 Ceramica, ingobbio, cristallina. 16x15,5x1cm.

A me non richiama immediatamente un crocefisso, cioè la croce simbolo del cristianesimo. Il colore e la forma me la fa assomigliare a un rifiuto, come un pezzo di legno appartenuto forse a qualche barca, portato a riva dal mare. Un mare inquinato dal petrolio che lo ha imbevuto. È come un legno smussato, corroso, consumato, levigato dall’acqua, dal sale, dal sole e dal petrolio. Mi sembra un oggetto pieno di dolore che lo incide con delle ferite fino a trapassarlo.
Qualche tempo fa ho visto un filmato di un uomo che a Lampedusa sta creando una specie di museo con oggetti e pezzi che il mare porta a riva. O meglio sono pezzi recuperati tra le rovine delle imbarcazioni dei migranti del mare. Nella parte del porto dove vengono trascinate le carcasse delle carrette del mare, quest’uomo recupera pezzi di cose appartenute a chissà chi: vestiti, oggetti, bagagli, sandali, biberon vuoti, lettere, pezzi di libri… persi, abbandonati dai migranti in fuga. Uomini forse arrivati a riva o forse in fondo al mare. Questa croce mi sembra una di queste cose. Questi oggetti recuperati sono pugno allo stomaco, parlano e raccontano di chi li aveva, indossava, leggeva, pieni di ricordi, fanno venire i brividi.

Giuseppe Perico

Trentesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 30/40 Ceramica, smalto. Diam 9,5x1cm.

Nonno i chiodi li toglieva uno a uno. Gesti di tenaglia pazienti ma determinati.
La mano nodosa li sfilava con un fioco stridere, lentamente dalla testa fino allo sgusciare della punta.
E il legno, prima di bruciare nella stufa, mostrava il loro solco.
Netto, tondo. Impolverato di ruggine e, sotto, lucente.

Stefano Bonomi

Ventinovesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 29/40 Terraglia con filo di cotone. 25x13x4 cm.

        Cammini destini incontri scontri
        Fuggire tornare, amare odiare
        Dettaglio e miraggio
        La meta la cima, una casa una deriva
        Un segno, i suoni, il filo, la parola
        Trovarsi o lasciarsi, spogliarsi e salvarsi
        Connessioni espulsioni, decisioni barconi
        Una strada, la via
        Scegliere
        Testa o Croce?
        Croce!

        Ho sempre scelto croce.

                      Gimmy Schiavi

Ventottesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 28/40 Terraglia due cotture, ingobbio e cristallina. 20x17,5x1cm.

        Croce
        tenerezza d’abbraccio
        apertura divina che si fa grazia d’accoglienza
        misericordiosa mano di morbida carne
        che come bimbo s’apre fiore all’alterità tutta
        innocenza che il mondo ogni volta è
        agli occhi nuovi dell’amore
        Croce
        possibilità d’essere Essere.

                      Patrizia Gioia

Ventisettesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 27/40 Terraglia due cotture, ingobbio e cristallina. 13x14x1cm.

        Sulla croce
        il corpo torturato
        - pallido e rosso -
        alba di speranza
        mai vinta
        dalla notte del male.

                      don Roberto Cividini

Ventiseiesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 26/40 Terraglia, cotone all'uncinetto. 17,5x17,5x1cm.

        Non mi piace la croce.

        Ti urla addosso il dolore
        lo strazio
        di un Uomo ucciso
        tradito
        torturato
        e molto male intorno.

        Mi urla addosso il dolore
        lo strazio
        di ancora troppi uomini
        e donne
        e bambini
        traditi
        torturati
        uccisi
        e molto male intorno.

                               Non mi piace.

                               Mi piace, invece
                               il sepolcro vuoto della Domenica di Pasqua
                               la gioia incredula
                               di una donna
                               che non capisce
                               e corre, corre
                               pazza di gioia.

                               Ma questa croce
                               così lievemente vestita
                               ricamata
                               da mani amorevoli
                               non urla.

                               Se mai, sussurra
                               un piccolo dolore privato
                               tristezza che si scioglie
                               e lascia spazio
                               uno spazio vuoto
                               nel vuoto non c'è più dolore
                               è vuoto
                               ma pieno di gioia
                               una promessa
                               come il sepolcro
                               la mattina della Domenica di Pasqua.

                                      Francesca Varisco

Venticinquesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 25/40 Terraglia due cotture, smalto. 22x10,5x1cm.

        Io chi sono per te?
        intreccio inestricabile di ambivalenti tensioni,
                    grido profondo dell’anima
        in equità tra attrazione e repulsione dove accade,
        delicatamente,
              travolgente Amore
            non trattiene, morte, ciò che origina vita.

                              un amico

Ventiquattresimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 24/40 Terraglia una cottura, filo di cotone. 14x16x1cm.

L’Appeso. Gli Appesi.
L’Appeso: unica e solitaria, alta e perfetta, decisa e diritta rossa traccia di amore sofferto, caparbiamente promesso, liberamente giocato, totalmente e gratuitamente donato.
Gli Appesi: tante e comuni, terrose e imperfette, incerte e fragili tracce rosse d’amori sofferti, promessi e traditi, incontrati e rifiutati, vissuti e bestemmiati, accolti e pregati.
Appesi all’Appeso: amori salvati.

Mons. Domenico Sguaitamatti

Ventitreesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 23/40 Terraglia due cotture, smalto. Diam 15x3,5cm.

Croci innalzate, non-croci scavate.
Croci a cui si inchioda il dolore, non-croci che schiacciano chi sta ai piedi del dolore.
Il legno pieno, piantato nel grembo vuoto.
Grembo squarciato: che accoglie e che genera, che abbraccia e che accompagna.
Grembo attraversato: da un braccio spezzato trasfigurato in un candido passo di danza.
È la "croce sospesa": tra il non-ancora del cielo paterno cui tende e il già di questo grembo materno da cui è sostenuta.

Maria Bottiglieri

Ventiduesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 22/40 Terraglia due cotture, smalto e cristallina azzurra. 18x18x1,5cm.

Un bambino solo su una superstrada che porta una borsa e un giaccone: sta camminando vicino al confine tra Grecia e Macedonia. Altre persone, sulla stessa strada, come lui sono in fuga dalla guerra, in viaggio da migliaia di chilometri: davanti a loro il confine, chiuso dal filo spinato dalle autorità macedoni. Questa croce “greca”, il bianco e l’azzurro, ci ha fatto pensare subito alla Grecia, ai 25.000 profughi e migranti che cercano in ogni modo di arrivare in un luogo sicuro, ognuno con la sua croce portata dentro, insieme alla speranza di un futuro degno di essere vissuto.
Quante croci incontriamo ogni giorno, magari appese ad un braccialetto o riprodotte su un libro ma non vediamo quelle che le persone portano nel cuore.

Giusi e Giorgio

Ventunesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 21/40 Terraglia due cotture, ingobbio e smalto. 10,5x11x5cm.

Tua e mia croce.
Io, croce piantata nel tuo cuore, abbracciata solo per amore.
Tu, croce del mio continuo e appassionato tormento, mia unica vera speranza.
                              don Luigi Manenti

Ventesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 20/40 Terraglia due cotture, smalto e ruggine. 14x21x1cm.

        Io, quel chiodo
        la parola che fece madre la Vergine
        segnandola per sempre
        impastati terra e cielo
        il soffio di vita
        che fa del paciugo
        un uomo nuovo
        io
        quel chiodo
        trafitto nella carne
        ossidatosi nel sangue
        accompagnandomi a morte
        ha segnato la terra
        per sempre.
        E ogni suo figlio
        ogni figlia
        in me e con me rivivrà.
        Il n’y a pas d’homme condamné.

                                          Luca Betelli

Diciannovesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 19/40 Terraglia due cotture, smalto e cristallina azzurra. 11,5x14,5x2cm.

La croce è una doppia linea tesa verso l'azzurro, richiama immediatamente alla sofferenza ma anche alla speranza. Mi piace pensarla invece come una tensione dell'uomo verso l'assoluto, come la linea perfetta che fa incrociare terra e cielo. La croce come sofferenza, limite, sacrificio, ma anche slancio, coraggio, dedizione. Il vincolo come risorsa, il limite come opportunità. La croce come scelta.

Corrado Maffioletti

Diciottesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 18/40 Terraglia due cotture, smalto e cristallina azzurra. 15x12,5x2cm.

Si riconosce una bocca. Sembra la testa di un animale. Si riconosce come un grido rivolto all’alto, come un grido di sofferenza. Sembra un rivolgersi all’alto anche da parte dell’animale, poiché tutta la creazione geme e attende il parto, poiché tutta la creazione, che in un certo senso è già cielo, è già azzurra, guarda in alto e grida al cielo. Forse solo la croce riesce a dar voce a questa voce che è anche la voce del sasso e del gatto, del fiume e dell’albero, di quell’ultimo essere che in verità non è affatto l’ultimo.

Silvano Petrosino

Diciassettesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 17/40 Terraglia due cotture, smalto. 10x12x2cm.

Due colori alla Stendhal per la croce dei giocatori d'azzardo, incerti, alla roulette della vita, se puntare sul rosso o sul nero, e sempre perdenti. Qui a vincere è il rosso, denso sangue che scorre, come fiume strozzato tra due pietre, a sembrare farfalla o gradino, ed alzarsi con passi e con ali, levandosi al cielo.

Giovanna Brambilla

Sedicesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 16/40 Terraglia due cotture, ingobbio e cristallina. 11,5x23,5x2,5cm.

Una croce, che prova a unire la terra e il cielo, l'inferno e il paradiso, l'uomo e Dio. Si tratta di non dimenticarci mai dell'uno e dell'Altro: senza Dio non abbiamo l'uomo, ma solo l'uomo è deludente e, a volte, spaventa. Insieme torna la speranza che apre un orizzonte di senso e significato. Dio si china sull'uomo.

don Patrizio Moioli

Quindicesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 15/40 Terraglia due cotture, ingobbio, smalto e cristallina. 10,5x18,5x3cm.

-Non avresti dovuto dirmi che si trattava di una croce.
- Perché?
- Perché l'avrei voluta riconoscere. Ha perso i contorni.
- Anche tu vedi la carne, l'esplosione, le frustate, il legno liquido? Fa pensare a Bauman.
- Sì. Fa pensare all'uso e consumo. Tu dici carne. Se dicessi scatola?
- Ti rispondo industria della paura.
- Se ti dicessi rifiuto?
- Ti rispondo che è forte, che è troppo, che ho bisogno di non vederlo come scarto, ma mancanza, nel senso della poesia che dice "io sono la mancanza".

Dialogo. Marco Bergamini e Rita Ceresoli

Quattordicesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 14/40 Terraglia due cotture, smalto. 19x22x4cm.

        Umanità, croce di te stessa:
        fragile, scomposta, frammentata,
        ridotta a cocci frantumati,
        a corpo senza identità…
        ma non “vedi” ancora
        come l’abbraccio
        del Dio della Misericordia
        già ti abbaglia di luce,
        ti accarezza di un candido respiro
        ti ricompone nel colore della tenerezza
        ti dona sapore di eternità?

                      don Franco Castelli

Tredicesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 13/40 Terraglia una cottura, filo di cotone. Diametro 20 cm X 1 cm.

Bianca terra e cielo nudo, davanti agli occhi: il Pian di neve che dal Maroccaro scende al Lagoscuro, intorno il silenzio rotto dall’ansimante respiro, tra le morene un sibilo, latrato di una Schwarzlose, il cuore che batte i piedi che affondano, gli occhi son chiusi, rossa terra e cielo buio.... poi: una mano, una croce e di nuovo la luce.

Luca Prometti

Dodicesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 12/40 Terraglia due cotture, smalto. 17x16,5x1cm.

Scarlatta come se parlasse d’emergenza e invocasse soccorso. La sofferenza ha qui il volto della tragedia, cruenta e improvvisa. Essa vuole una cura sollecita, coraggiosa, perfino eroica, disposta a perdere colore, lucentezza e a farsi segnare. Nella tragedia dell’uomo nasce una croce rossa che grida “tutti fratelli…”.

Filippo Pizzolato

Undicesimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 11/40 Terraglia, due cotture, smalto e cristallina azzurra, vetro. 39x12,5x6cm.

Una vita spesa nella cura di relazioni fraterne, appassionate, generative di futuro e attraversate dall'infinitezza del cielo. Gesù e i dodici - “quelli della via” (At 9,2) – tracciano un solco nella storia dell'umanità: marcano il cammino, una strada. Il filo sottile dei giorni tesse questi respiri sospesi nello spazio, rendendoli alleati e custodi dell'unicità di ogni volto e dell'unità del tutto!

don Omar Valsecchi

Decimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 10/40 Terraglia, due cotture, smalto. 15,5x18x1,5cm.

Incroci di terra e di cielo. E poi anche il mare. Incroci di vie abitate da viandanti della Terra-Patria tutta intera. Vie percorse da aspirazioni e speranze, sofferenze e paure, vita e morte. Vie mai dritte che s’incrociano nella croce. Vie fatte di muri e barriere. Ma la croce, che le porta e ne è attraversata, schiude alla possibilità e alla responsabilità di nuove soglie aperte all’accoglienza e alla condivisione.

Chiara Brambilla

Nono giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 9/40 Terraglia, due cotture, ingobbio e cristallina. 17x17x1cm.

Puoi scorgere mio viso su quel viso graffiato dalla storia?
Può riflettersi la luce del risorto sulla croce che non so prendere e portare?
Posso credere che quel legno sia culla di faggio, grembo caldo, petto dove riposarmi come bimba svezzata sul seno della madre?
La mia fede bambina tende le braccine verso te: sollevami!

Lidia Maggi

Ottavo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 8/40 Terraglia due cotture, smalto. 18x19x2cm.

        sulla linea dell'orizzonte la terra si lega al cielo
        incrocio sottile
        di vite che si sfiorano
        mentre il cuore spera un contatto

        si muovono occhi, mani, piedi
        di uomini in attesa...

        occhi bendati
        mani schiacciate
        piedi legati

        occhi che sperano sguardi
        mani che chiedono abbracci
        piedi che seguono tracce

        occhi persi
        mani ferite
        piedi consumati

                               occhi che nascondono rara bellezza
                               mani come pugni aperti
                               piedi che sfiorano una terra su cui fermarsi
                               per vivere in pace

                               solo lì
                               sulla linea dell'orizzonte
                               si muovono occhi, mani, piedi
                               di uomini che cercano

                                       Gianmario Vitali

Settimo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 7/40 Terraglia una cottura, filo di cotone. 12,5x24x2cm.

        Fasce che stringono ferite,
        legami incancellabili.
        Corde salvagente.

        Trapassano
        punti di sutura
        visibili filamenti di sangue
        senza cedimento
        sulle ferite umane.

        Spirito,
        spina che s’incunea nella carne.
        Laceratevi il cuore e non le vesti
        sono venuto a fasciare i cuori spezzati.

        Incroci
        Fessure di luce, ferite risorte
        aperture rivelatrici.
        Tutto è unificato.

                                       don Enrico D'Ambrosio

Sesto giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 6/40 Terraglia, due cotture, ingobbio, smalto e cristallina. 8,5x22x3cm.

Guardando questa croce penso al male che ci imprigiona, che ci avviluppa e fa sì che ci chiudiamo in noi stessi. La presunzione, l’egoismo, l’avidità, l’avarizia ci rendono duri e impenetrabili ai gesti di pace, all’amore di Dio, alle richieste dei fratelli, alla bellezza del creato. Respingiamo tutto il bello e il buono che ci circonda e restituiamo freddezza e buio. Solo allargando le braccia e accogliendo Cristo che, anche sulla croce, restituisce parole di amore e di perdono a chi lo inchioda, saremo redenti.

Perlita Serra

Quinto giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 5/40 Terraglia a due cotture, smalto e chiodo. 12x21x3cm.

        Un chiodo.
        E una croce.
        O un cuore?
        Rosso carne.
        Pieno di vita.
        Con mille vibrazioni.
        Penetrato da cima a fondo dal chiodo.
        Nero.
        Inquietante.

        “Non c’è un amore più grande di chi sa dare la propria vita per colui che ama”.

        Sconcertante.
        Appagante.
        Commovente.
        A dirmi: “Tu sei prezioso per me”.
        Una croce che si fa cuore.
        E lasciarsi penetrare dal male.
        Per amarlo.
                               Benedirlo.
                               E il mio cuore a vibrare nel profondo.

                                       don Emilio Brozzoni

Quarto giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 4/40 Terraglia, due cotture, ingobbio, smalto e cristallina. 13x24x3cm.

Proprio poca roba. Per chi sta cercando troppo vicino a sé, alle sue coordinate, ai suoi parametri. Poca roba un Dio che ama la terra. E quando dico terra non sto dicendo mondo: dico fango, acqua - magari sporca - che corre sui passi battuti. E come si poteva pensare che l’impasto meno nobile - perché questa è la nostra materia umana - potesse essere così piena di infinito?

don Luciano Manenti

Terzo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 3/40 Terraglia, due cotture, smalto, cristallina azzurra, chiodi. 10,5x10,5x3,5cm.

        Nessuno di voi saprà dove
        tengo le punte

        Nessuno tra voi avrà i colori
        delle mie ferite

        Nessuno con voi accennerà
        a chiodi che nascono
        dentro dentro dentro

                 Sergio Cortesi

Secondo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 2/40 Terraglia, due cotture, ingobbio e cristallina. 19x27x2cm.

        Ancestrale … primitiva
        nella sua genesi di pietra
        muta ci scruta

        Nera … mutevole
        lava vetrificata
        distesa sull'anima
        algida al tocco
        nella sua sofferenza arde

        S’insinua tra indefiniti anfratti
        nelle iridi scolpiti
        di chi osò guardare
        cedendo poi il capo alla terra

        Siamo eredi e vittime
        del simbolico primigenio
        saturo del verbo
        inchiodato allo spirito

                                       Raffaello Corti

Primo giorno

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo

Camilla Marinoni, Incroci di terra e cielo. Croce 1/40 Terraglia, due cotture, smalto e cristallina azzurra. 25x27x4cm.

Tra movimenti di onde frastagliate e strisce di cielo nei mattini d'inverno, arrivano le nostre storie anch'esse dolci o sciabordanti a cercare forme che sappiano tenere assieme spigoli taglienti e morbidezze di abbracci.

Anche questo è la croce. Intreccio di forme e intensità di vita capaci di riscoprirsi dentro a ciò che riporta al centro delle cose importanti... blu profondo di ciò che da senso e sa riportare ad unità anche i frammenti più diversi.

don Chicco

Foto: Marco Ronzoni © 2016