Di( )vinoContemplare15/16

DI( )VINO CONTEMPLARE ed.2016
Installazione all’interno della sala dell’oratorio di Rosciate (via Calvi)

Di( )vino contemplare è vivere la convivialità che si consuma attorno a un tavolo davanti
al bicchiere di vino buono, quando tra amici ci ritroviamo nel raccontare storie che ci riguardano,
ci accomunano e ci fanno sentire accolti. I grappoli dei segni di cinque artisti raccolgono
cinquecento storie che si mescoleranno tra loro e con le persone che porteranno passi di altri
vissuti.

Gli artisti coinvolti sono: Giulia Battistoni, Paolo Facchinetti, Giulia Gentilcore, Valentina
Persico e Raffaele Sicignano.

 

Giulia Battistoni (Cerro Maggiore – Milano)

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Ho dato immagine al “dolce naufragar” nel mare dell’ebbrezza. Un viaggio senza un porto d’arrivo, dove lo sguardo si perde nel cielo sospeso e vago quanto nell’orizzonte tracciato da una crepa su un vecchio muro.
L’abbandono ai sensi accende l’attenzione su dettagli insignificanti, riporta alla luce pensieri e ricordi sommersi. Specialmente quando condiviso suscita un senso diffuso di benessere e di levità.

Bio Con l’avvicinarsi della primavera del ’92, apre gli occhi sul mondo Giulia Battistoni.
Fin da giovane età, Giulia dimostrò uno spiccato interesse verso le discipline artistiche. Per questo ha frequentato il liceo artistico, si è diplomata al triennio di Pittura all’accademia di Brera ed ora sta per laurearsi al biennio specialistico di Pittura, dopo aver approfondito gli studi a Istanbul, in Turchia, alla Mimar Sinan Güzel Sanatlar Üniversitesi e partecipato alla realizzazione del progetto HARAMBEE ETIOPIA (dal 2014 seguito dall’associazione Eccomi) mirato a favorire l’auto-sviluppo socio-economico di un villaggio nella regione del Dawro in Etiopia, occupandosi del laboratorio artistico. Vive e lavora a Milano.

 

Paolo Facchinetti (Bergamo)

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Ramificazione della vite e della natura. Strade che s’incontrano come vite che a volte si cercano, si attorcigliano. Incontri e separazioni. Sostegni. Ma anche abbandoni per cercare luce e spazi nuovi, nel vuoto.

Bio Paolo Facchinetti nasce nel 1953 a Nembro, dove oggi vive e lavora. Inizia la sua formazione
artistica all'Accademia di Belle Arti “G. Carrara” di Bergamo. Negli anni Ottanta frequenta lo studio di Cesare Benaglia ed il Gruppo artistico Valbrembo 77. Dal 1972 espone le sue opere in numerose mostre personali, collettive e partecipa a rassegne d'arte nazionali e internazionali, tra cui: Dare Coraggio, Carcere di Sant’Agata, Bergamo 2016; Pausa Ritmo Azione, OnArt Gallery, Firenze 2016; Tzim Tzum, personale presso la galleria Viamorinisedici/spazioarte, Bergamo 2016; Luci e Ombre, personale presso lo studio Guido delle Ponti, Milano 2016; MetaSuperficie OnArt Gallery, Firnze 2016.

 

Giulia Gentilcore (Borgo Ticino – Novara)

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Ho pensato ad un lavoro che dovesse essere molto spontaneo e non privo di errori, che assomigliasse a una specie di diario pieno di appunti, riflessioni intime e personali. Quando ci si trova davanti a un buon vino e a degli amici cadono molte delle barriere che inevitabilmente ognuno di noi ha dentro, le storie che abbiamo in testa possono e riescono finalmente a essere condivise senza paura, con gioia. Molti dei disegni sono stati realizzati a tavola, seguendo i discorsi di chi mi sedeva vicino, altri invece sono realizzati sulla memoria di momenti di condivisione al confine tra realtà e immaginazione.

Aspetto Tecnico: occupandomi principalmente di grafica d'arte ho utilizzato l'incisione calcografica. Ho stampato solo frammenti, piccole porzioni di lastre più grandi in zinco, inchiostrandole in modo molto libero pensando a dei monotipi. Inoltre ho utilizzato inchiostro, grafite, carboncino (ricavato annerendo i tralci di una vite), succo d'uva e vino.

Bio Giulia Gentilcore nasce a Magenta il 22 febbraio 1993. Dopo essersi diplomata nel 2012 al Liceo Artistico Felice Casorati di Novara si diploma in Grafica d’Arte all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove attualmente sta proseguendo gli studi con il biennio specialistico.

 

Valentina Persico (Bergamo) Tralci, 2016.

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Tralcio definizione: ramo giovane della vite ancora attaccato alla pianta/breve tratto del cordone ombelicale che resta aderente all'addome del neonato

Segni che attraversano lo spazio, lo costruiscono, lo abitano.
Segni come tracce, memoria di legami primordiali, che introducono, nel precario e inafferrabile dialogo visivo, un possibile racconto del coesistere delle parti.
Allo spettatore l'invito a tracciare la personale ricerca di una unità tra i frammenti.

Bio Valentina Persico (1977) si diploma all'Accademia di Brera. La sua ricerca artistica si avvale come linguaggio primario del disegno inteso come atto interpretativo, ipotesi e insieme memoria di percezioni ridotte all’essenziale. Ripercorre, in questo intervento, la sua memoria personale nell'aver potuto vivere e assistere alle varie fasi di produzione del moscato, grazie all'esperienza diretta del nonno produttore.

 

Raffaele Sicignano (Bergamo)

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Bozzetti, pitture, forme, segni, apparentemente informali, in realtà metafore di una dimensione meditativa, un colloquio con l'individuo fatto di gesti, tinte, esplosioni del sentimento sospeso tra immediatezza e dubbio.

Il blu oltremare, talvolta solcato o avvolto nelle trasparenze dall'arancio diviene un "piano astrale”. Due colori distanti, lontani tra loro ma, come nella metrica poetica, generano un ossimoro che unisce la diversità fino a farla diventare unione della forma e del pensiero.

Bio Raffaele Sicignano nasce a Pompei nel 1970 dove frequenta il Liceo Artistico di Napoli e successivamente l’Accademia di Belle Arti di Napoli dove compie gli studi nel 1994. Vive e lavora a Trescore Balneario (BG).


 

DI( )VINO CONTEMPLARE ed.2015
Installazione all’interno della sala dell’oratorio di Rosciate (via Calvi)

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Di( )vino contemplare è vivere la convivialità che si consuma attorno a un tavolo davanti al bicchiere di vino buono, quando tra amici ci ritroviamo nel raccontare storie che ci riguardano, ci accomunano e ci fanno sentire accolti. I grappoli dei segni di sei artisti raccolgono trecento storie che si riflettono nell’uomo in contemplazione, mescolandosi tra loro e con le persone che porteranno passi di altri vissuti. L’uomo non è solo e ha attorno l’infinito.

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Gli artisti coinvolti sono: Michela Benaglia per la scultura e Italo Chiodi, Luigi Dragoni, Daniele Fabiani, Mario Sacchi e Aurora Scarpellini per i segni.

 

 

_MG_5824_96dpiMichela Benaglia
Un uomo, solo, al centro della stanza in atteggiamento contemplativo. Ha lo sguardo che scruta l’orizzonte dei paesaggi a lungo contemplati quando era seduto nei prati dell’alta Val Brembana. E’ ancora viva in lui la voglia di andar oltre nonostante qui ci siano i limiti di una stanza. E qui ritrova l’infinito nelle storie narrate dai segni degli artisti.

 

 

 

 

 

 

Italo Chiodi_div contempl2015Italo Chiodi
Tralci. Legni che segnano il tempo. Nodi, evoluzioni, esplosioni. Tengono insieme terra e cielo. Portano nutrimento e sostengono grappoli che si riempiono per poi venir pigiati per farsi vino. E qui rimarranno i tralci per prepararsi ad un nuovo inizio.

 

 

 

 

 

 

Luigi Dragoni_div contempl2015Luigi Dragoni
Le forme regolari degli acini d'uva determinano i segni, le tracce autoriali di colore nero dei raspi della vite.
Il tipo di chiaroscuro elaborato e l'impostazione formale dei disegni rimanda alle soluzioni grafiche e seriali tipiche della produzione industriale, massificata dei vini di scarsa qualità.

 

 

 

 

 

 

Daniele Fabiani_div contempl2015Daniele Fabiani
Indago e provo a tradurre in immagine le sensazioni date dal bere, l’affiorare dei ricordi di amici, conoscenti e famigliari, intenti nelle loro relazioni e azioni quotidiane a cui eravamo abituati. Le tracce lasciate sulla carta sgocciolano, fugaci come i legami affettivi persi, racchiusi solo nelle nostre strutture mentali, che ci trasportano verso una deriva nera o in uno spazio bianco aperto.
La calligrafia perde la sua linearità e si sparpaglia, rimangono quindi le speranze, le illusioni e i desideri, dati da quell’uva spremuta frutto di natura e fatica, di un sapere cosmico quanto contadino.
Questi disegni, vorrebbero essere codici visivi che creano una visione tanto frammentaria quanto armonica dell’universo del vino e del ricordo che lo accompagna.

 

 

 

 

Mario Sacchi_div contempl2015Mario Sacchi
Tralci contorti, gocce d’acqua che si trasformeranno in vino.

 

 

 

 

 

 

 

Scarpellini_div contempl2015Aurora Scarpellini
Pensieri, voci, volti s’intrecciano nello scorrere del vino. Gradazioni di convivialità e tracce di storie affiorano sulla carta grazie alla cianotipia, un’antica tecnica fotografica.

 

 

 

 

 

 

 

Foto: Marco Ronzoni © 2015-2016