Gli artisti

DANIELE FABIANI

foto danieleNasco (1988) e cresco in valle Camonica, in provincia di Brescia, un territorio ricco di bellezze naturalistiche e segni preistorici-antropologici, che riscopro solo dopo avere fatto delle esperienze fuori porta, prima a Milano, durante il periodo di studi in pittura all’Accademia di Brera, poi all’estero, soprattutto in Belgio. Dopo gli studi inizio a collaborare come tecnico dell’arte, montando le esposizioni temporanee negli spazi industriali dell’Hangar Bicocca Pirelli. Affianco questo impegno, con tirocini legati al mondo della moda e del tessile, prima a Como nell’azienda “Mantero Seta”, ora in provincia di Bergamo nell’azienda “Martinelli Ginetto”. Mi abilito all’insegnamento delle discipline pittoriche nel 2014, mentre la mia poetica-ricerca artistica continua a svilupparsi nel tempo dentro ad una sorta di atelier-giardino-garage, immerso fra grafiti, pigmenti, telai, colle, tele, ferro, terra e legno.

La mia attenzione è rivolta soprattutto alle forme tridimensionali e compositive, alle contaminazioni di tecniche tradizionali, quali l’uso del disegno con metodologie di lavoro più vicine al contemporaneo che escono dalla dimensione del supporto. L’intenzione è analizzare il confronto tra le immagini e i materiali. Inoltre, considero rilevanti le modalità espositive che operano un dialogo tra le opere e le motivazioni, intrinseche ed estrinseche, che le hanno fatte scaturire.

 

GIULIA GENTILCORE

GIULIA G BIO_bassa risSono nata a Magenta il 22 febbraio1993. Dopo la maturità artistica conseguita nel 2012, mi sono diplomata in Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove attualmente sto concludendo il biennio specialistico.

La mia ricerca artistica si muove nell’ambito della grafica d’arte in generale, si avvale principalmente dell’utilizzo di tecniche di stampa tradizionali e sperimentali, convinta che queste possano convivere felicemente. Il mondo della stampa d’arte mi affascina perché richiede lentezza e dedizione (due caratteristiche che fatico a ritrovare nel ritmo frenetico della vita quotidiana) lasciando spazio allo stupore, alla sorpresa e all’imprevedibilità che ogni stampa porta inevitabilmente con sé. La mia ricerca figurativa asseconda i principi di una narrazione per immagini che non vuole mai fermarsi alla mera descrizione-rappresentazione, ma tenta di elevare il complesso delle figure al ruolo di allegoria, di metafora. Le mie visioni, spesso intime e oniriche, appartengono a un immaginario personale che tuttavia si propone di diventare universale. L’intento è che queste visioni si facciano silenziosamente spazio nello sguardo di chi guarda e di chi decide di ascoltarle. I miei lavori alternano microcosmi di segni a spazi vuoti, vorrebbero essere luoghi insidiosi di stimoli, che ogni dettaglio nasconde e rivela allo stesso tempo. Sospesi tra urgenza e spensieratezza, drammaticità e ironia, musicalità e rumore.

 

MARCO ROSSI

Marco Rossi 1Nasco a Treviglio nel 1987. Frequento il Liceo Artistico di Bergamo e l'Accademia delle Belle arti di Brera a Milano dove mi laureo nel 2013 nel corso di pittura.

Il mio lavoro parte essenzialmente dal disegno e dalla pittura, che sono i mezzi espressivi che prediligo e con i quali ho iniziato a indagare la realtà che mi circonda. Registro quotidianamente immagini e scritte che a volte raccolgo in quaderni e diari e a volte ingrandisco su carte che poi incollo sulla tela. Ultimamente sto realizzando (sempre attraverso il disegno) delle video animazioni in stop- motion, che mi permettono di unire alla componente visiva anche quella uditiva (suoni e musica) che è un altro ambito che mi interessa molto e che sto portando avanti da diversi anni. I video che realizzo non li considero video ma opere pittoriche che necessitano di un supporto artificiale-digitale per essere lette. Considero la parte installativa molto importante; per me è fondamentale pensare a delle opere site- specific che siano pensate e dialoghino con l’ambiente che le ospita.

Le mie opere non hanno storie particolari da raccontare, né io voglio caricarle di troppi significati. Esse vivono “in se stesse”, come risultato di una lunga catena di pensiero, di stimoli che vengono da varie fonti, alte e basse, ma in cui non voglio calarmi in modo esclusivo. Ogni immagine per me è un frammento inserito in una catena di pensiero aperto a future possibilità e a nuovi sviluppi.