1.1 Foppetta

Foppetta storica

Foto archivio storico Paolo Tarchini

 

PROGETTO TESSERE MEMORIA (A.S. 2016/2017) SCUOLE MEDIE DON MILANI

I ragazzi della classe 1^H della Scuola Media don Milani hanno lavorato nell'anno scolastico 2016/17 all'interno del progetto TESSERE MEMORIA, ideato e curato da Sotto Alt(r)a Quota, alla tessitura della Memoria legata al campo della Foppetta di Ponteranica. Qui di seguito possiamo ri-scoprire anche noi questo luogo attraverso i loro lavori, i loro legami coinvolti, le loro storie e le loro emozioni.

Il progetto è continuato nell'anno 2017/18 quando i ragazzi e le ragazze ormai in seconda media, hanno nascosto i loro racconti quattro cache vicino al luogo su cui hanno lavorato. Per trovarle devi munirti di un GPS (va benissimo quello di un qualsiasi smart phone). Imposta le coordinate riportate, raggiungi il luogo dove è custodito il tesoro e inizia a cercare risolvendo l'indovinello-indizio collegato... Buon divertimento!

(Verranno pubblicate dopo la giornata di geocaching che faremo con le famiglie dei ragazzi delle Scuole Medie don Milani di Ponteranica sabato 26 maggio)

 

IL RACCONTO COLLETTIVO

Rileggere, riascoltare, immaginare per fare emergere poi i dettagli significativi dei ricordi e delle narrazioni a disposizione. Ciò ha permesso di costruire una storia fantastica andando però a valorizzare i vissuti reali e le suggestioni raccontati da altre generazioni che hanno abitato e abitano il territorio.

Vecchi ma giovani = AGAFENA

Sette ragazzi: Alice, Giorgia G., Alessandro, Filippo, Elena, Nicola e Andrea D. una notte d’estate tempestosa, mentre cercavano una cache, nel campo della foppetta, pestarono una leva e caddero giù, sempre più giù, fino ad arrivare ad un enorme diario magico che ci risucchiò nel passato. Svennero e quando si risvegliarono si ritrovarono nello stesso campo, solo diverso, molto diverso, perché era scomparso e al suo interno vi era un’enorme distesa di prato coltivato da contadini che li guardarono in modo strano, visto che avevano atteggiamenti sospetti, tipo: avevano vestiti, scarpe e cappelli strani e moderni.

Giorgia aveva i capelli blu, Filippo era con uno strano skateboard meccanico, Alice aveva le unghie colorate e una camicia moderna, Elena aveva qualcosa ai denti, Andrea D. aveva gli occhiali, Nicola aveva uno strano dispositivo con cui giocava, mentre Alessandro si faceva strane foto di continuo.

I ragazzi scapparono, si rifugiarono in una caverna e tornarono lì la notte seguente.

Quella notte videro strane creature, i cani a tre teste, streghe notturne, boia che divoravano tutto il raccolto. Così decisero di unire le forze: Filippo con l’overboard fece inciampare i cani, Alessandro accecò il boia con i flash e le ragazze, Alice, Elena e Giorgia, con il loro fascino e stile fecero morire d'invidia le streghe. Nel frattempo Nicola e Andrea pensarono ad un piano per nascondere le tracce dei cadaveri. Dopo quella notte in quel posto non si coltivò più e divenne un immenso prato, perché i contadini, trovando quel disastro ormai frequente e irreparabile, si arresero.

I bambini amavano così giocare lì.

Però qualche anno dopo accadde uno strano fatto: il pomeriggio del 3 luglio 1985 si aprì un portale e i coraggiosi ragazzi decisero di entrarci. Si trovarono di fronte ad un’avventura misteriosa. Dopo qualche minuto si imbatterono in un enorme uomo di sabbia che i ragazzi sconfissero usando la pioggia: quando l’uomo cadde, ormai sciolto dall'acqua, il campo di cosparse di sabbia e così divenne il campo che oggi conosciamo come campo della Foppetta.

 

UNA SOMMA DI PICCOLE COSE

Fotografie di particolari portate dai ragazzi, raccontate e condivise con il gruppo, per far emergere le molteplici soggettività degli sguardi all'interno dello stesso contesto, stimolando da un lato la riflessione introspettiva rispetto alle sensazioni evocate dai luoghi e dall'altro la condivisione e il confronto di punti di vista differenti. Ciò che emerge è un racconto fotografico delle percezioni, memorie, soggettività vissute ed esperite nel luogo. Puoi cliccare su ogni fotografia per ingrandirla e leggere le emozioni e i pensieri dei ragazzi.

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TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

I ragazzi, giocando un po' a fare gli architetti urbanisti e andando a valutare i lavori e le proposte altrui, hanno lavorato su vecchie fotografie e immagini più recenti del luogo. La carta da lucido come spazio di possibilità e immaginazione rispetto all'immagine reale sottostante, per far emergere i desideri e le visioni dei ragazzi rispetto agli spazi che abitano e di far calare nella dimensione pubblica della progettazione, che deve tenere in considerazione richieste, punti di vista, caratteristiche e vincoli territoriali complessi.

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