Candido Baggi

Candido Baggi, Paesaggio, 1959

Tempera su tela, 65 x 87 cm.

Sono i quadri catalogati e archiviati ad accoglierci nello studio di Candido. Questi lavori sono il racconto del mondo che Candido ha attraversato e in cui ci accompagna. Le sue parole danno il ritmo alle fotografie sfogliate e alle tele mostrate. Ogni oggetto, forma di vita, luogo è diventato per Candido uno stimolo di riflessione, all’interno della sua ricerca artistica. Le piante, gli animali, i fiori, i frutti, le cascine, gli interni delle case, sono in alcuni lavori riconoscibili, in altri, astratti o informali, rimandano ad altro. Accanto alla tavolozza dei colori ci sono dei frutti in decomposizione, con colori, increspature e forme che non sappiamo riconoscere, e che difficilmente ci ispirerebbero parole diverse da rifiuto, scarto, marcio. Candido riesce a descrivere questo tempo della decomposizione raccontandoci questa storia, rendendoci partecipi dei passaggi a cui non abbiamo mai prestato attenzione. Ed è così anche per altri temi, quelli che riteniamo più vicini, quelli su cui ci sentiamo edotti, quelli sui quali crediamo di avere piena comprensione e gestione, perché ci siamo dentro vivendoli in prima persona. Ad esempio il tema dell’abitare e del costruire.

Per questo motivo abbiamo scelto questo paesaggio, presentato nel 1959 al concorso nazionale “Quinto premio Bergamo”. È una cascina di Lallio, ma potrebbe benissimo essere quella dello Scuress, che alcuni ricordano, mentre i più giovani possono aver visto solo nelle fotografie storiche di Ponteranica, così come potrebbe essere qualsiasi abitazione di quegli anni o precedente. Nell’informalità della tecnica distinguiamo comunque facilmente il verde che circonda la casa, la presenza di alberi ad alto fusto, l’altezza misurata, il respiro e la possibilità d’incontro sul fronte. La luce lascia basiti, spiazza e stimola rimandi, riflessioni lasciando la libertà di interpretare. Io credo sia una notte buia con cielo coperto, ma l’accoglienza e il calore della casa riscaldano e rassicurano: la luce viene da dentro, dall’abitare quel luogo, dal trovarsi insieme a cenare, a confidarsi, a lavorare o giocare. È una lucida descrizione di quello che accade, di come si costruiva, di come si abitava. Candido è riuscito a fissare qualcosa che si è trasformato o, forse, abbiamo perso. Non tutto è da mantenere o riprendere. Ma di certo è importante conoscere e ricordare per comprendere i cambiamenti in cui siamo immersi e dunque discernere e compiere le scelte migliori.

Penso possa essere un’interessante sperimentazione far partire alcune proposte politiche (come la redazione del Piano di Governo del Territorio), alcune attività associazionistiche (la promozione del buon vicinato), dalla consegna che ci fa Candido e altri attenti artisti che abbiamo avuto il piacere di presentare. Iniziamo da una promessa: cercheremo di inserire nel progetto legato alle fotografie storiche di Ponteranica, che presenteremo il prossimo anno e in cui sarà inserita anche una mostra, qualche stimolo che ci arriva da questi nostri concittadini artisti.

Damiano Fustinoni

Candido Baggi nasce a Ponteranica nel 1935. Vive e ha studio in via 4 novembre.

La sua formazione artistica spazia dalla scuola d’arte Fantoni al corso di nudo presso l’Accademia Carrara, dalla scuola d’arte serale fino al diploma presso l’istituto d’arte Venturi di Modena. Fondamentale per la sua crescita artistica è la frequentazione durante gli anni di studio della bottega dove, con alcuni restauratori e decoratori, inizia a far pratica in alcune chiese e luoghi pubblici. Oltre al lavoro in studio, continua a mantenere i legami con l’ambito formativo prestando assistenza alle cattedre di disegno e pittura presso l’Accademia Carrara e insegnando discipline pittoriche al Liceo Artistico di Bergamo. Sono numerosi i premi nazionali e regionali ottenuti e le mostre personali sia in gallerie che in spazi pubblici.

 

Foto: Marco Ronzoni © 2016